Codice: 191512437911693
Editore: Cairo
Categoria: Narrativa e letteratura
Ean13: 9788860524263
Illustrazioni di Francesconi M. Milano, 2012; br., pp. 75, ill., cm 13x18. (Scrittori Italiani).
AGGIUNGI AL CARRELLOSolo uno disponibile
Italia, 1946. Le tracce della guerra sono ancora profonde, ma nel Paese si avverte l'allegria di un mondo che, dopo tanto orrore, si scopre ancora vivo e ha voglia di ricominciare. E il Toro, il grande Toro capitanato da Valentino Mazzola, è uno dei simboli di quel fermento. Capace di scatenare forti entusiasmi, passioni intense, come quella che spinge il giornalista trentenne Manlio Cancogni a farsi centotrenta chilometri in bicicletta, da Fiumetto all'Ardenza, andata e ritorno, per veder giocare il Torino delle meraviglie, la più bella squadra mai vista. Livorno-Torino: zero a tre. Indimenticabile. Quel viaggio su due ruote oggi è l'occasione per lo scrittore, grande amante del calcio, di rievocare l'Italia del dopoguerra: il silenzio e la solitudine della città di Pisa ferita dalle bombe, la base americana, il campo dei prigionieri tedeschi di Tombolo e il devastato centro storico di Livorno contrapposti al fragore dello stadio dove la squadra granata, con le sue prodezze, riesce a far dimenticare tutte le miserie. Poi gli anni di Roma, quando Cancogni è al settimanale Mondo d'Oggi, e con lui ci sono il direttore Giorgio Bassani, Carlo Laurenzi e il pittore Valentino, e tutti, chiuso l'ufficio, andavano a Villa Borghese a tirare due calci al pallone con i ragazzi del quartiere. Una storia dove vita e calcio s'intersecano, diventano l'una lo specchio dell'altro, per raccontare un Paese che non c'è più.