Codice: 55473115663125
Editore: Maschietto Editore
Categoria: Pittura
Ean13: 9788887700947
Pistoia, Palazzo Fabroni, 24 febbraio - 9 giugno 2002. A cura di Soutif D. Traduzione di Huw Evans C. Testo Italiano e Inglese. Montecatini Terme, 2002; br., pp. 176, ill. col., cm 23x27.
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Si tratta di un appuntamento atteso e irrinunciabile per ripercorrere i ventanni della nostra storia artistica più densi di attività, di movimenti e di fermenti culturali. Dall'arte, alla musica, al cinema d'artista, all'architettura, al design, nel segno di una sperimentazione dei linguaggi che dà conto della fertile circolazione di idee fra questa regione e il resto dell'Europa. La mostra è firmata da Daniel Soutif e presenta circa 350 fra opere e interventi prodotti nel periodo 1968-1989 in Toscana, selezionati non allo scopo di una documentazione capillare, di cui comunque si trova testimonianza nel volume storico complessivo edito in questa occasione, ma per fornire un ampio sguardo d'insieme. Nell'ottica di un bilancio storico complessivo, la scelta, operata da un osservatorio critico internazionale, si rivela perciò assai interessante e significativa, ricca di spunti e proposte impreviste. L'allestimento spettacolare, anche grazie al contributo di uno dei più noti illuminotecnici teatrali, Gérald Karlikow, è giocato su una disposizione delle opere in sequenza cronologica e tematica, con alcuni richiami visivi forti e suggestivi, che dà luogo ad un percorso vario e articolato, dove alle singole individualità di alcuni artisti fanno riscontro situazioni collettive rappresentate dai gruppi (musicisti, architetti e designer) e dove alle tipologie artistiche tradizionali (pittura, scultura, grafica) si alternano tecniche e materiali nei quali si è espressa al meglio la sperimentazione dei linguaggi visivi di quegli anni (installazioni, poesia visiva, fotografia, musica, oggetti e mobili, vestiti, proiezioni). La mostra prende in considerazione un arco cronologico delimitato da avvenimenti internazionali più che da fatti locali. Questo periodo, aperto con il '68 e concluso con la caduta del muro di Berlino, è segnato dalla fine di un certo modo di pensare la storia e, sul piano artistico, dalla fine dell'arte moderna. Dopo la sperimentazione degli anni '60 e '70, nel decennio successivo si verifica un certo riflusso (spesso indicato come ""postmoderno""). La situazione artistica in Toscana rispecchia in modo evidente il panorama internazionale dell'arte e contribuisce al suo sviluppo. Iniziata nel '63 con la Poesia visiva, la sperimentazione trova qui sia echi precisi che forme originali. Tuttavia questa adesione al movimento mondiale dell'arte si combina anche con una notevole autonomia di linguaggio. Ad esempio artisti maturi (in particolare Fernando Melani e Mario Nigro) non solo rimangono attivi durante questi anni, ma propongono opere indipendenti rispetto alle logiche dominanti del periodo. Ma, al contrario di quella torinese o di quella romana, l'arte prodotta in Toscana in questo periodo non si unifica sotto un'unica sigla e rimane per una buona parte ignorata dal pubblico internazionale. L'ambizione di questa sezione della mostra è quindi doppia: da un lato si vuole documentare quanto gli artisti toscani o attivi in questa regione abbiano contribuito in modo originale al movimento generale, dall'altra si intende individuare alcune figure che, malgrado la dimensione un poco appartata dell'attività artistica toscana, avrebbero dovuto e dovranno in futuro ricevere un riconoscimento internazionale. Questo doppio scopo guida l'articolazione espositiva tra il giardino, il loggiato e i due piani del settecentesco Palazzo Fabroni di Pistoia.