Codice: 718312055392178
Editore: BUP - Bononia University Press
Categoria: Altre Arti - Artigianato
Ean13: 9788873955887
Bologna, Palazzo Saraceni, 7 dicembre 2010 - 16 gennaio 2011. A cura di Beatrice Buscaroli. Bologna, 2010; br., pp. 72, ill. b/n e col. (Auctores).
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Nove stanze. La parola "stanza" vorrebbe rievocare l'antica magia delle stanze delle meraviglie dei musei antichi, le Wunderkammern cinquecentesche in cui, tra oggetti della natura e manufatti umani, nacque lentamente il concetto del museo moderno. Nove stanze per nove secoli. Gli oggetti in esse contenuti sono profondamente diversi gli uni dagli altri per tipologia, tecnica, linguaggio, provenienza. Sono stati tutti recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con modalità differenti: alcuni escono per la prima volta dalle case degli eredi, altri provengono da aste internazionali. La mostra in Casa Saraceni offre l'opportunità di osservarli da vicino, prima che la cornice definitiva li accolga, essendo stati acquistati appositamente per il futuro Museo della Città di Palazzo Pepoli Vecchio, ultima sede del più ampio percorso museale Genus Bononiae che verrà inaugurata entro la fine del 2011. L'idea che ha guidato questo percorso espositivo unico nel suo genere è che un museo di nuova istituzione, oltre ad affiancarsi, integrarsi ed interagire con gli altri musei, debba anche raccontare la storia di Bologna attraverso punti di vista inediti e poco esplorati. Per questo si è cercato di percorrere anche strade meno note, affrontando argomenti che non si ritrovano altrove, per ragioni museologiche o museografiche, o per la semplice natura delle collezioni che vi sono conservate. La pietra di volta di un'antica "mansio" templare, ad esempio, consente di raccontare l'importanza di quell'Ordine nella Bologna trecentesca, la sua ricchezza e il suo potere. Una coppia di miniature trecentesche è il pretesto per ricostruire la Bologna città di Università e di copisti, di "illuminatori" e librai che proprio con le miniature sembra aprire la strada alle innovazioni pittoriche del Rinascimento, come aveva intuito Dante quando cita a fianco di Cimabue e Giotto due miniatori oggi sconosciuti ma attivi all'epoca a Bologna...