Codice: 612111200136514
Editore: Damiani
Categoria: Pittura
Ean13: 9788889431368
Edited by Battiston E. English and Chinese Text. Bologna, 2006; paperback, pp. 224, b/w and col. ill., cm 24x28. (Forward).
AGGIUNGI AL CARRELLODisponibile
Passo in rassegna le opere di Feng Zhengjie e osservo le immagini di uomini e donne ritratti dal vivo o rielaborati dalla mente dell'artista. Carrellata di sguardi, tanti, diversi, di persone che sembrano essere entrate e uscite, passate veloci nella vita e nelle tele dell'artista. Li osservo e sembrano anch'essi guardarmi o guardarsi tra di loro e prendere vita improvvisamente, seppure irreali per le forme schiacciate e i colori esasperati. I loro occhi cambiano e seguono i mutamenti dell'artista che guarda anno dopo anno con pensieri diversi, alla storia e alla cultura del proprio paese. Sguardi schivi, forzati, poco sinceri, come se le fanciulle della serie "Butterfly in Love" avessero segreti da tenere nascosti. Maliziose e sornione sono le occhiate che paiono incrociarsi unicamente nei ritratti della serie "Romantic Trip"; giochi di giovani coppie per cui l'unica forma possible di comunicazione sembra essere quella dell'attrazione amorosa. Sguardi coperti invece da grandi occhiali nel caso degli "umanoidi" della serie "Coolness": esseri dai corpi nudi con grandi teste, senza capelli e in pose di film famosi, simili a extraterrestri che ci studiano per poi farci il verso. Strabici, distorti, perche' indecisi e incapaci di scegliere dove andare, nelle serie "China" e "Portrait". Non guardano mai in maniera diretta, evitano il confronto con quell'alterigia che Altrettanto importante e' la pelle. I suoi primi dipinti sembrano gli studi di anatomia dell'Accademia, coi fasci vermigli di muscoli e nervi. Presta attenzione a ogni piccola parte del volto, come se volesse scavare al di sotto di esso, con poi l'amara delusione di dover tornare alla superficie, una superficie bianca, patinata, anch'essa specchio dei tempi. Cerca qualcosa Feng Zhengjie, un segnale di carnalita', di volume e consistenza negli altri e in se stesso. In questa fase del suo lavoro e' giovane, fresco di studi di Belle Arti e gia' alla ricerca di un proprio posto in cui esprimere idee e mostrare quella determinazione che sempre lo caratterizzera'. Quindi, dopo averne sezionato carne e muscolatura, i volti si fanno gaudenti e paffuti come quelli dei tipici poster cinesi per l'anno nuovo. Questi manifesti benaugurali appaiono nel XVI secolo come forma artistica popolare, hanno colori sgargianti e ritraggono scene storiche, leggendarie, folkloristiche e di vita quotidiana. Questa forma d'arte si sviluppa poi nel corso dei secoli, tocca il suo culmine sotto la dinastia Qing e successivamente si accosta ad altri tipi di manifesti pubblicitari e di propaganda politica. Il maoismo diventa "pop" e attraverso l'interpretazione di Feng Zhengjie le figure assumono un che di kitch e di grottesco. Basta poco a far sorridere queste persone, l'illusione di un "viaggio romantico" immortalato da uno scatto fotografico in una posa plastica e ancora una volta finta. Il tempo passa, le fasi storiche si susseguono e con sguardo critico Feng Zhengjie ne segue le evoluzioni. Sembra uno studio sociologico il suo, un'indagine il cui risultato puo' essere la constatazione di quanto gli uomini stiano diventando sempre piu' superficiali. La bidimensionalita' dei suoi ritratti allude a quanto poco spessore ci sia dietro ad ogni essere umano. La societa' capitalista punta sull'apparenza, su un bell'aspetto e su forme perfette. All'edonismo esasperato, pero', fa da controparte il vuoto interiore, la mancanza di ideali, sentimenti autentici e personalita'. I soggetti dell'artista diventano negli ultimi anni esclusivamente femminili, splendide donne dalla spiccata sensualita', simili nei colori e semplici nelle forme, ma ognuna unica e distinta dalle altre grazie a una bellezza perfetta nella mutevole variabilita' dei dettagli. Protagoniste in primo piano sono le labbra, gli sguardi distorti come se non sapessero piu' dove guardare e le cappigliature mai uguali a se stesse. E' il trionfo del "fashion", di un'estetica sempre attenta alle nuove tendenze e della minuta perizia nell'osservare come chiome sgargianti si modellino e prendano forma secondo i dettami e le regole che determinano il concetto e il senso del bello in ogni periodo della Storia. Pettinature high tech, scompigliate, all'ultimo grido, a imitazione delle modelle e dei personaggi famosi che riempono riviste e programmi televisivi. Poi in stile anni Trenta, ondulate, con fiori tra i capelli e i caschetti laccati perche' in fondo, si sa, le mode ritornano. Feng Zhengjie sembra seguire questi aspetti con l'attenzione di una ragazza che voglia fare della bellezza la propria forza stando dietro ad ogni trucco o espediente per risultare "cool". Quindi le labbra, canali di baci e parole lasciate a meta', congelate. Sono semplici, tratteggiate con pochi segni di matita e poi riempite con un colore intenso e omogeneo. E' impressionante come con poco l'artista riesca ad esprimere una cosi' incredibile sensualita'. Sono un passaggio tra l'individuo e il mondo esterno, strumento di seduzione, comunicazione, respiro e nutrimento. Attraverso di esse passa la vita e, grazie alla loro morbidezza, le donne dipinte dall'artista catalizzano ogni attenzione e attraggono come calamite gli sguardi di chi le osserva. Labbra rosse su visi candidi, bianchi e perlati perche' questo e' il canone della bellezza cinese: le donne si riparano dal sole perche' il pallore e' segno di finezza e regalita', al contrario della pelle abbronzata tipico dei contadini e di chi lavora nei campi. Un bianco glaciale che rende ancora piu' forte e incisivo il contrasto cromatico dei lavori di Feng Zhengjie. Importantissimo e di grande effetto e' infatti lo studio dei colori che da' forza a queste tele. Le tonalita' maggiormente utilizzate sono quelle del rosso e del verde da cui si originano diverse sfumature e che sanciscono un ennesimo collegamento tra passato e presente, riferimenti storici e aspetti contemporanei. Al di la' della predilezione dell'artista per questi due colori, mi spiega quanto questi siano stati largamente utilizzati in Cina. "La Cina e' rossa e verde" e basta guardarsi intorno per capirlo: i palazzi con muri rossi e tetti verdi, le giade, le lanterne, il te', l'ideologia, il rosso dei matrimoni e degli auspici di buona fortuna...sembra davvero che questo paese sia bicromatico. Feng Zhengjie riprende questi colori ma li rende sgargianti, elettrici, quasi acidi. Sono olii contemporanei in cui il rosso, attingendo alla televisione e alle reclame pubblicitarie, e' sempre piu' acceso e tendente al fuxia, mentre il verde e' virtuale, freddo come uno smeraldo e dal verde acqua si trasforma a volte in blu. Sono lavori accativanti e attraenti, irreali per la loro freddezza ma al tempo stesso vivi per il calore e l'erotismo che emanano. E' un mix strano, sospeso a meta', ma con un'incredibile capacita' di colpire lo spettatore. Pochi segni su tele spesso enormi, grandi volti che non guardano perche' persi nei propri pensieri e in una societa' che confonde e fa smarrire la percezione di cio' che realmente succede. Uno stile pittorico unico che caratterizza e rende riconoscibile questo artista e che ci fa pensare che, probabilmente, la perfezione sta proprio nella semplicita'. ELEONORA BATTISTON