Codice: 292293577805786
Editore: Aion
Categoria: Saggistica d'Arte e Architettura
Ean13: 9788898262472
Prefazione di Francesco Paolo Campione. Firenze, 2019; br., pp. 192, ill. b/n e col., cm 14x20. (Imago).
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Muovendo da una attenta rilettura delle fonti l'autore propone una nuova interpretazione del rapporto tra le Avanguardie storiche e i grandi movimenti culturali della fine dell'Ottocento, dal Naturalismo al Simbolismo. Dopo aver ristabilito il valore primario della letteratura rispetto alle arti figurative nell'elaborazione dell'ideologia delle Avanguardie, vengono qui indagati i rapporti che queste ebbero via via con le correnti di pensiero nel passaggio tra i due secoli: con quelle pure dell'idealismo e del positivismo, del marxismo e della psicoanalisi, e con quelle impure come l'antroposofia, lo spiritualismo, l'Esprit fumiste, l'orfismo, i Rosacroce, Les Incohérentes, la Patafisica, il Purismo. Il libro si pone dunque, per la definizione di avanguardia, nell'ottica già indicata da Georgy Lukács e ripresa da Lucien Goldmann: "L'avanguardia, in questo primo senso della parola (e questo vale per una gran parte della letteratura, almeno dopo Kafka), si definisce per il fatto che il suo contenuto essenziale, il denominatore comune delle opere che ad essa si richiamano, è costituito dall'assenza. Assenza di che cosa? Dell'essenziale, di tutto ciò che potrebbe esservi d'importante nella vita e nell'esistenza degli uomini. Questo tema, sotto forme differenti è senza essere al centro stesso delle opere, è d'altronde antico e non si potrà scrivere da un punto di vista scientifico l'intera storia della cultura occidentale del XX secolo, finché non si sarà intrapreso uno studio genetico delle diverse modalità assunte dal tema dell'assenza e del suo condizionamento psico-biologico".