Dalle prime opere a metà degli anni sessanta, di ispirazione pop, l'arte di Max Pellegrini si è evoluta verso un simbolismo delicato, in cui unisce citazioni letterarie a un elegante gusto lineare e cromatico. Un percorso personale, da outsider innamorato della pittura, che ha raccolto e fatto proprie, in cinquant'anni di lavoro, ispirazioni e esperienze diverse: la psichedelia e la contestazione, l'amore per la storia dell'arte e le sperimentazioni dell'avanguardia, il sapere classico e il pensiero post-moderno. La bellezza della donna, carnale nei primi lavori e ieratica negli ultimi, il rapporto con il realismo fotografico, rielaborato in visioni oniriche, e la cultura profonda che anima le narrazioni dei suoi dipinti, in una selva di rimandi e richiami, fanno della sua pittura un unicum nel panorama artistico italiano e internazionale.