Codice: 475331898991348
Editore: Gli Ori
Categoria: Cataloghi e monografie
Ean13: 9788873363781
A cura di Astrua B. e Compalati C. Pistoia, 2009; ril., pp. 64, ill., cm 24x30.
AGGIUNGI AL CARRELLOSolo uno disponibile
Le anciôe fàn o balón2 è un modo di dire del dialetto ligure, che i pescatori del passato tradussero in filastrocca orale, già ripreso da Fabrizio De André nella canzone Le acciughe fanno il pallone, raccolta in Anime Salve, ultimo disco registrato in studio dal cantautore genovese. I piccoli pesci azzurri che nuotano abitualmente in branco, si raccolgono a pallone quando, minacciati da un predatore, tentano di sfuggirgli roteando e affiorando a pelo d'acqua. Sotto i raggi del sole, questa 'sfera' di acciughe luccica argentea, stagliata davanti al cielo azzurro. È questo il momento in cui i pescatori, come ancora ci ricorda De André, devono gettare la rete per tentare di catturare, con un unico colpo, tutto il branco, ottenendo un pescato altrimenti possibile solo dopo lunghe ore di lavoro e attesa. L'opera omonima creata site specific da Tomaino, in collaborazione con Sandro Del Pistoia, per il Galata Museo del Mare, che dà il titolo anche alla mostra, è un'enorme palla di acciughe realizzata con stecchini di gelato tinteggiati di rosso dai quali scendono fili trasparenti dove sono appese, fluttuando in aria, acciughe cangianti in carta stagnola. La grande installazione 'galleggia' all'interno dell'atrio del Museo, contenitore trasparente, acquario umano in cui le acciughe trovano un loro nuovo habitat naturale. L'immagine, ancora di deandriana memoria, dei "pesci sorpresi" sembra essersi pienamente concretizzata con questo intervento artistico. Giuliano Tomaino ha l'aria del pescatore, i capelli bianchi, la pelle cotta dal sole, e dalla sua barca, sulla quale contempla il mare e trascorre ogni momento mite tra marzo e novembre, pesca idee per le sue opere. E come i pescatori, dal mare tira fuori linfa vitale, come loro ama le filastrocche che trova ontologicamente simili all'Arte perché semplici nella composizione e nel linguaggio: versi comprensibili a tutti, che nascono dalla saggezza popolare, mischiando parole elementari che nel loro giusto accostamento assumono una ritmicità poetica che eleva le singole frasi su un piano più alto. L'arte, allo stesso modo della filastrocca, è generata da pochi, genuini e umili rudimenti, è al tempo stesso vera, cruda e cruenta e permette di percepire appieno il tempo storico in cui è stata composta. La sfida di questa mostra è quella di realizzare l'esposizione di sculture di un pittore, ma nel mondo di Tomaino il sovvertimento generato dal paradosso è l'unica costante rintracciabile. Il suo mondo è magico e surreale, pare creato dalla sua stessa fantasia, da un'impercettibile incrinatura che separa il reale dal sogno. Se volessimo descriverlo usando un'immagine mutuata dalla cinematografia, il 'regno' di Giuliano sarebbe come bloccato all'interno di una dissolvenza, momento in cui piani spazio/temporali diversi si sovrappongono per pochi secondi di sfumata e alterata percezione. Le sue prime sculture nascono dalla suggestione dell'ideogramma, tentano di forzare le leggi della fisica, traducendo bidimensionalmente i simboli grafici del linguaggio dell'artista, pochi segni, lineari e netti, che compongono figure di autentica semplicità.