Codice: 230872055156370
Editore: Umberto Allemandi
Categoria: Cataloghi e monografie
Ean13: 9788842219743
A cura di Quintavalle A. C. Milano, Fondazione Stelline, January 19 - February 27, 2011. Testo Italiano e Inglese. Torino, 2011; br., pp. 102, ill. b/n, tavv. col., cm 21x26.
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Molte delle analisi critiche dell'opera di Medhat Shafik puntano sulla nascita dell'artista e lo considerano "tramite" fra due culture, quella egiziana o mediorientale e quella dell'Occidente. A parte il fatto che appare difficile individuare una identità dell'Egitto nell'arte di oggi, si deve sapere che Shafik è a Milano da quando aveva venti anni, che ha studiato alla Accademia di Brera e che, da più di una generazione, le sue scelte sono legate all'Informale, all'Espressionismo Astratto, al gruppo CoBrA, per non parlare delle sue consapevolezze dell'Arte Concettuale e dell'Arte Povera. Il saggio vuole perciò considerare la funzione del disegno e quindi della "scrittura" nelle opere in mostra, centinaia di disegni e due grandi strisce lunghe decine di metri, che Shafìk ha chiamato "Archetipi".