Codice: 38872134969136
Editore: Federico Motta
Categoria: Cataloghi e monografie
Ean13: 9788871794150
Milano, 2003; ril., pp. 96, 220 ill., cm 31x31.
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Sfilano le immagini catturate dall'obiettivo di Giampiero Assumma: dolenti, dignitose, graffianti. Scene corali riprese da angolature spiazzanti si alternano a ritratti dal taglio insolito, evidenziando dolore, disagio e solitudine anche in mezzo a una folla. Aprono e chiudono il volume due carrellate di minimali, tratti da una selezione delle più belle foto storiche dell'Archivio Unitalsi, l'associazione che ha voluto questo volume per celebrare i suoi cento anni di vita nel campo del volontariato. Corredano le immagini cinque firme, cinque storie o riflessioni che affrontano il tema misterioso del dolore e spingono il lettore a compiere un viaggio di redenzione verso Lourdes, sopra i vagoni di un treno carico di ammalati. Un viaggio notturno attraverso la malattia e la depressione è quello di Massimo Cacciapuoti, pellegrino errabondo nella "terra del rimorso, dei cattivi pensieri, del cattivo passato": ferite interiori senza passato né futuro eppure eternamente presenti, in attesa di risposte impossibili da parte di un dio invisibile. Un affondo in un malessere inestinguibile che parte dal mondo dell'infanzia e si propaga fino a negare l'amore all'inseguimento di una "dolorosa felicità perduta". Giuseppe Montesano punta il proprio sguardo su tutti i volontari, misconosciuti e non retribuiti, che accompagnano ammalati bizzarri e incattiviti. Il viaggio a Lourdes è solo un grande inganno? Il business rischia di cancellare il senso di un pellegrinaggio verso la speranza? No, sembra rispondere l'autore, almeno fino a quando la fatica dei singoli conferirà pienezza a un percorso di solidarietà. Maurizio Braucci narra una vicenda privata, parlandoci del respiro sommesso che hanno solo "le cose invisibili". Una bella giornata e una donna ucraina giunta nel piazzale dell'ospedale: la notte è appena trascorsa, tra la pazienza e l'oblio degli ammalati. E il viaggio ricomincia, laddove per altri si spezza. La voce di Erri de Luca si aggiunge a questo coro interrogandosi sui timori dell'uomo moderno. Si ha paura dello zingaro e dell'intossicato, dal malato e dello straniero: perché chi si teme di più è l'uomo, l'altro, il diverso. Bruno Forte, infine, fa del pellegrinaggio un'icona della vita stessa. Ogni uomo, ci dice, è un viandante su una strada che passa attraverso la lacerazione della perdita, fra nostalgia e speranza, fino a trovare la vita.