Codice: 248723052829653
Editore: Fondazione cassa di risparmio di Carrara
Categoria: Cataloghi e monografie
Carrara, Palazzo Binelli, 4 luglio - 31 luglio 2015. Carrara, 2015; br., pp. 64, 41 ill. col., cm 24x28.
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Ventiquattro opere pittoriche mai viste prima una accanto all'altra. Un evento. Pubblico delle grandi occasioni venerdì pomeriggio a Palazzo Binelli per l'inaugurazione della mostra "Pittura fra Toscana e Liguria nel Seicento" che ha aperto i battenti al battenti al pubblico sabato sera. Madrina dell'evento Mina Gregori, celebre storica dell'arte italiana. "Una mostra per riportare Carrara ai suoi antichi fasti, anche dal punto di vista culturale". E' questo l'auspicio con il quale il professore Mario Ciampolini ha tenuto a battesimo venerdì pomeriggio a Palazzo Binelli la mostra "Pittura fra Toscana e Liguria nel Seicento" che lui stesso ha curato per la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. "Non una grande mostra ma una mostra grande" ha sottolineato il padrone di casa, Antonio Pincione, presidente della Fondazione ricordando che le 24 opere messe a disposizione da istituti e fondazioni bancarie con sede a La Spezia, Genova, Lucca, Siena e ovviamente Carrara, non sono tantissime in termini numerici ma hanno un ruolo di primo piano nella storia dell'arte italiana. E per avere un'idea della levatura dell'esposizione è sufficiente scorrere l'elenco delle opere e degli autori in mostra: "Achille e le figlie di Licomede" e "La Meretrice scaccia il figliol prodigo" di Domenico Fiasella, "Le tentazioni di San Francesco" di Giovan Battista Casoni, Riposo nella fuga di Egitto" di Livio Mehus, "San Benedetto che scaccia il demonio" di Giovan Battista Vanni, "Sacra famiglia con i santi Giovannino, Anna e Giovacchino" di Giovanni Raffaele Badraccio, "Dedalo e Icaro" di Girolamo Riminaldi, "Venere e Amore si baciano" di Giovan Battista Paggi, "Madonna con il Bambino e san Giovannino" di Bernardo Strozzi, "Ritratto di gentiluomo" di un ignoto pittore genovese, ""Allegoria della Liberalità" di Valerio Castello, "Mosè fanciullo calpesta la corona del faraone" di Gregorio De Ferrari, "Frati capuccini a mensa tra rovine" di Allessandro Magnasco (il Lissandrino), "Ecce Homo" di Orazio De Ferrari, "Ritratto di gentiluomo" di Giovanni Maria delle Piane (il Mulinaretto), "L'Astronomia" di Pietro Ricchi, "Fuga in Egitto" di un ignoto artista romano, "La caducità del potere temporale" di Pietro Paolini, "La caducità della vita e del potere terreno" di Girolamo Scaglia e "Santa Cecila" di Girolamo Scaglia. Ventiquattro opere mai viste l'una accanto all'altra, abitualmente "riservate" agli occhi più o meno esperti dei componenti dei consigli di amministrazione delle fondazioni bancarie liguri e toscane e che grazie alla mostra allestita a Palazzo Binelli segnano il debutto di Carrara - avvezza sì alle esposizioni di alto livello ma solo per quanto riguarda la scultura - nel grande circuito delle esposizioni di pittura. Non a caso a fare da madrina all'evento è arrivata una "grande" della cultura italiana: a tagliare il nastro della mostra, insieme al sindaco Angelo Zubbani, è stata infatti Mina Gregori storica dell'arte, accademica dei Lincei e professoressa emerita di Storia dell'Arte moderna presso l'Università di Firenze. "E' una mostra che vuole localizzare i quadri sia nello spazio che nel tempo, come chiarisce il titolo stesso" ha spiegato l'illustre docente che ha poi ha sottolineato il ruolo centrale di banche e istituti finanziari. Grazie alla loro disponibilità economica giocano un ruolo di primo piano nel mondo della cultura, cosa che purtroppo - ha ricordato la docente - gli enti pubblici, con i loro bilanci sempre più risicati, riescono a fare sempre meno. E questa ipotetica partnership tra pubblico e privato all'insegna della promozione della cultura, auspicata dalla professoressa Gregori, è stata ben rappresentata all'inaugurazione di "Pittura fra Toscana e Liguria nel Seicento" dalla presenza, a Palazzo Binelli, del sindaco di Carrara Angelo Zubbani, del presidente della Fondazione Alberto Pincione e di Franca Conti che con la Fondazione dedicata a suo padre Giorgio ha recentemente riconsegnato alla città Palazzo Cucchiari, altra sede espositiva di pregio situata in via Verdi, dove è in corso proprio in questi giorni un'altra importante mostra, "Canova e i maestri del Marmo". Citando proprio questo evento il presidente Pincione, aveva lanciato la proposta di una sinergia tra Palazzo Cucchiari, Palazzo Binelli e l'Accademia di Belle Arti per ospitare le "grandi mostre", quelle dai 200 pezzi in su, in grado di richiamare centinaia di migliaia di visitatori. Una proposta interessante e di buon senso per mettere insieme, ed esaltare, risorse e strutture pubbliche e private con l'obiettivo di ridare slancio ad un ruolo di città culturale (e quindi anche turistica) che Carrara ha nelle corde. "Grazie a questi Palazzi via Verdi può davvero diventare la strada dell'arte e, anche se in questo momento è ancora "in terapia", speriamo di riuscire a riqualificarla in tempi non biblici" ha promesso il sindaco Angelo Zubbani, accennando ai contestati lavori sul maxi-marciapiedi. "Pasticci in salsa carrarina" a parte, a mettere tutti davvero d'accordo ci ha pensato la "collezione" di dipinti allestita al primo piano di Palazzo Binelli: i fortunati invitati all'inaugurazione hanno potuto visitare la mostra con una "guida d'eccezione", il curatore Mario Ciampolini. E' una mostra davvero tutta da vedere, con questi quadri seicenteschi di rara bellezza e intensità che nelle sale del Palazzo Binelli sembrano davvero trovarsi a proprio agio.