Aroldo Bonzagni (Cento/Ferrara 1887 - Milano 1918) è uno dei protagonisti dell'arte italiana degli inizi del '900. Il catalogo è la testimonianza della mostra, curata da Vittorio Sgarbi, che presenta circa 60 opere (dipinti ad olio su tela e cartone, tempere, acquarelli e tecniche miste) e 25 tra cartoline e illustrazioni a colori, provenienti dalla Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni di Cento, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, dal Museo d'Arte Moderna e Contemporanea "Filippo De Pisis" di Ferrara. Artista completo, Bonzagni si mosse in più ambiti, spaziando dall'illustrazione alla pittura; era un uomo che amava la bella vita, era l'esponente della Belle époque italiana, viveva all'insegna dell'esaltazione (che lo collega, secondo Sgarbi, a Toulouse-Lautrec). Muore a soli 31 anni, nel 1918; nell'ultimo anno di vita trova nella realtà, e inventa nella pittura, la miseria del vivere, un mondo di derelitti, di musicisti squattrinati, di clochards. L'occhio di Bonzagni, scrive Sgarbi, non ha orrore di nulla, la sua pittura ha un fondo malinconico, lirico, e tocca le verità ultime dell'esistenza, la tragedia del vivere: poiché l'orrore della guerra aveva segnato profondamente anche il suo spirito forte. Il volume cerca di creare le atmosfere di quell'epoca, attraverso un ricco epistolario, a cura di Elena Bastelli, e un'antologia critica. Il catalogo contiene un saggio introduttivo di Vittorio Sgarbi dal titolo "Il Toulouse-Lautrec italiano", dove egli sottolinea la particolare dimensione drammatica di Bonzagni che, partito da una visione della Belle époque, arriva a una visione tragica della vita.