Codice: 947701959707971
Editore: Corte del Fontego
Categoria: Architettura
Ean13: 9788895124063
Venezia, 2010; br., pp. 288, ill., cm 15,5x24. (Voci sulla Città).
AGGIUNGI AL CARRELLOSolo uno disponibile
Mezzo secolo della nostra storia urbanistica raccontato da un ""urbanista militante"" Figlio della grande borghesia napoletana (il nonno era Armando Diaz, duca della Vittoria), Edoardo Salzano vive l'urbanistica da più di cinquant'anni. In questo libro - partendo dagli anni privilegiati e dorati dell'infanzia, da quelli del fascismo e della guerra - l'Autore ripercorre la sua vita di ""urbanista militante"", dalle vicende che hanno contrassegnato le vittorie e le sconfitte dell'urbanistica democratica in Italia agli eventi dell'ultimo mezzo secolo. Privilegiati gli osservatori: il Ministero dei lavori pubblici, l'amministrazione comunale di Roma (negli anni dell'opposizione al regime democristiano), l'amministrazione comunale di Venezia (negli anni esaltanti delle giunte rosse e dell'affermazione difficile della ""buona urbanistica""), i luoghi in cui si elaborava una cultura politica dell'urbanistica, quelli in cui si organizzava l'apprendimento del ""mestiere"" dell'urbanista (l'Università Iuav di Venezia e la prima facoltà di pianificazione del territorio). Il maggior fascino del libro sta nel rapporto dell'autore con la vita in sé, che gli ha consentito di affrontare il lavoro, la politica, gli impegni culturali, gli affetti, con una positività che coincide con la certezza della propria battaglia per la città come bene comune. Una vita da invidiare, un libro da leggere. Carla Ravaioli, il manifesto Ricordandosi di essere maestro, Salzano ci indica una possibile sopravvivenza: scoprire nuovi interlocutori e il protagonismo sociale, che emerge dai territori. Per ""farci riconoscere chi e cosa in mezzo all'inferno non è inferno"", I. Calvino. Antonello Sotgia, Carta È un libro di politica e di storia intellettuale... Il fulcro delle riflessioni è l'idea che la città e il territorio sono un bene comune, a disposizione di interessi collettivi, e non sono merce, non si contrattano. Di questo è garante - dovrebbe essere garante - proprio l'urbanista. Francesco Erbani, Repubblica