Codice: 562912128974453
Editore: Agnesotti
Categoria: Architettura
Viterbo -Palazzo papale, Atti delle giornate giacintiane, 25-26 maggio 2007. A cura di Giovanni Cesarini con la collaborazione diLuca Cilli. Viterbo, 2008; br., pp. 224, ill. b/n, cm 21x30.
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La scarsa conoscenza di Santa Giacinta Marescotti va colmata soprattutto mettendo a fuoco la ricchezza della sua proposta religiosa e il cammino compiuto per arrivarvi, analizzandoli sotto diversi punti di vista, non esclusa, per esempio, la prospettiva dell'ordine francescano a cui Giacinta apparteneva. Deve essere illustrata la novità e la modernità del messaggio di Santa Giacinta, per una sua completa comprensione ed attualizzazione. Per tale motivo si è ritenuto di formare un Comitato d'Onore, che patrocini un Comitato Scientifico composto da studiosi di diverse discipline, promotore di una serie studi su Giacinta, da presentarsi nell'occasione del Bicentenario della Canonizzazione. Il Comitato scientifico vede al suo interno studiosi di fama internazionale quali Italo Faldi, personalità del mondo Universitario quali i Prof. Miglio ed Osbat, studiosi come Carosi, Barbini, Angeli, Buchicchio, Felini, rappresentanti degli Archivi e delle Biblioteche nelle figure dei rispettivi presidenti Goletti e Luzi, nonchè studiosi della Diocesi, quale Mons. Del Ciuco. Obbiettivo del ciclo di studi è la figura della Santa, non trascurando il suo aspetto secolare, nel rapporto con Viterbo, con la società del tempo, con il monastero, tutti elementi utili a ricostruire una storia della città, in grado di consegnarci una fotografia di Viterbo all'inizio del seicento vista attraverso gli occhi di Giacinta. La rilettura delle varie Vite pubblicate nel corso dei secoli, nonchè la ricerca effettuata nei volumi dei processi di Beatificazione e di Canonizzazione di notizie, fatti o personaggi, ora non conosciuti o non valorizzati, saranno oggetto di uno studio particolare. Di grande rilievo anche l'analisi degli statuti delle Congregazioni dei Sacconi e degli Oblati di Maria Vergine, con l'obbiettivo di una ricerca tesa a comprenderne le novità spirituali e materiali e le continuità nel solco della tradizione delle Confraternite italiane, di questi due organismi ideati da Giacinta. Interessante è l'indagine sulle opere e le intraprese, anche a carattere economico, compiute da Giacinta a Viterbo a sostegno dei poveri e degli indigenti, attraverso la storia dei Sacconi e degli Oblati con il loro radicarsi nel tessuto sociale ed urbano della città. Tema questo, di stretta attualità, visto anche alla luce di quanto la Caritas Romana sta realizzando nella sua casa di ricovero dei poveri al Casilino, dove la struttura e la costruenda chiesa sono intitolate a Giacinta. Struttura che - per inciso - si avvia ad essere la più grande in Europa in tema di accoglienza. Altro tema di studi è la ricostruzione dell'ambiente religioso esistente a Viterbo nel primo seicento, studio che consentirà di comprendere meglio la vicenda religiosa di Giacinta. Un campo di ricerca particolarmente interessante è stato quello inerente il Monastero di San Bernardino, dallo studio della sua storia, a quello del suo sviluppo architettonico, dai quali si sono ottenuti elementi utili alla conoscenza della santa. L'analisi, attraverso il Libro delle Vestizioni, un manoscritto che registra la professione dei voti delle Suore dal 1511 al 1800, della presenza delle Famiglie nobili nelle file delle monache del Monastero, ha consentito di aprire un altro campo di indagine interessante, se solo pensiamo che le suore di tali Famiglie, portavano in dote al Monastero, opere d'arte, mobili, terreni; tutti dati utili per ricostruire un periodo, un clima culturale, una parte della città. Si segnala da questo punto di vista la pubblicazione su di un catalogo specializzato di un albarello (un vaso ceramico da farmacia), che rivela una preziosissima storia sulla Spezieria del Monastero. Analogo discorso per gli affreschi, per la maggior parte inediti, presenti nel monastero sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, oggetto di una valutazione storico ? critico, che ne permetterà quanto meno la conoscenza e la diffusione documentale. Parallelo a questa ricerca l'analisi della famiglia di Giacinta, i Marescotti (poi Ruspoli), dal punto di vista delle loro intraprese architettoniche: il castello di Vignanello, la Collegiata sempre a Vignanello con l' altare di Santa Giacinta, il rifacimento barocco della chiesa di S.Bernardino a Viterbo. Tutti elementi utili a ricostruire quel clima che prima dicevamo. Infine, la ricognizione iconografica di Santa Giacinta, curata da Italo Faldi, ha dato frutti di straordinario interesse, poichè nell'ambito di una ricerca delle opere pittoriche che ritraggono o rappresentano la Santa, ha ritrovato quadri ritenuti scomparsi, opere inedite ed identificato autori di opere ora perdute. Opere di straordinario spessore artistico, con una valenza documentaria eccezionale per la presenza di veri e propri ritratti di Giacinta nei diversi momenti della sua vita, ma anche e soprattutto con un valore pittorico di altissimo livello, a testimonianza dell'importanza delle Committenze, dei luoghi di destinazione e dei temi trattati.