In questa intervista Mario Botta argomenta le ragioni del proprio lavoro, il quale oscilla tra la necessità di interpretare la sensibilità della cultura contemporanea e quella di evocare il territorio della storia e della memoria, vero patrimonio identitario della città europea considerata come referente elettivo. Lungi dal ridursi ad un atteggiamento nostalgico, lo sguardo storico dell'architetto ticinese si configura come una ricerca il cui oggetto è costituito da quegli antecedenti depositati nella memoria collettiva che oggi rischiano di essere spazzati via dalla cultura del formalismo e della globalizzazione. Sicché la Storia diventa un mondo di riferimento fatto di intrecci e relazioni delle quali occorre ristabilire il significato nella frenesia del mondo contemporaneo.