Codice: 400502754334159
Editore: CLEAR
Categoria: Architettura
Ean13: 9788838501104
Saggi di Clementina Barucci. Roma, 2013; br., pp. 298, ill. b/n e col., cm 23,5x30. (Antico e Moderno. 3).
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L'architettura italiana nei possedimenti d'oltremare è oggetto di studi sistematici da due decenni, mentre la vicenda albanese ha raccolto pochi contributi storiografici. I rapporti tra Italia e Albania, inseriti nel vivo della storia europea, vivono di intrecci politici, economici e finanziari che hanno dinamiche differenti e valenze più complesse rispetto ai possedimenti d'oltremare. I progettisti italiani avviano in Albania una serie di lavori pubblici iniziati dall'Arma del Genio durante la Prima guerra mondiale; si tratta di strade, ferrovie Decauville, bonifiche, piani regolatori ed edifici pubblici per l'area di Valona, ripresi su tutto il territorio nel 1925, quando il governo italiano crea il primo Istituto di credito albanese e stipula una convenzione per i lavori pubblici in Albania. L'occupazione da parte dell'esercito fascista nel 1939 incrementa le opere dei progettisti italiani che da questo momento in poi si avvalgono del supporto di tutte le analisi tecniche effettuate negli anni precedenti per la progettazione non solo delle principali città albanesi, ma dell'intero territorio.