Codice: 305291911365493
Editore: Palombi Editori
Categoria: Archeologia
Ean13: 9788860602275
Roma, 2009; br., pp. 47, ill., cm 17x24.
AGGIUNGI AL CARRELLODisponibile
Annibale Barca, alla testa dell'esercito cartaginese e di un ingente seguito, alla fine del III secolo a.C., mise in serio pericolo la sopravvivenza dello Stato romano. In queste pagine il lettore troverà non tanto l'ennesima celebrazione del valore e dell'astuzia del giovane e famoso condottiero, quanto l'impegno di rintracciare anche in questa contingenza la presenza e le gesta della gens daunia. Originariamente questa etnia si era insediata nella penisola italica nella parte settentrionale dell'antica Apulia, in un'epoca anteriore all'approdo in Italia di Diomede e di Enea, reduci dalla guerra di Troia. Virgilio, il massimo poeta dell'età augustea, afferma (Eneide, VII, vv. 146 -149) che i Dauni divennero ""così potenti che se non li si ferma, niente riuscirà ad impedire che conquistino, al nord e al sud, l'intera Esperia."" (nome antico dell'Italia). Con l'appellativo di Rutuli li troviamo (cfr. Vibo Sequestre, VII, 37: Rutuli idem Dauni, italici Europae) nel Lazio antico e secondo Silio Italico, (Punica, I, 291, 440 e passim) a Sagunto, in Spagna. Nello scontro tra Roma e Cartagine, la Daunia e i Dauni concorsero alla salvezza dello Stato romano, tanto che il Senato decretò un solenne riconoscimento ai Lucerini della Daunia e agli altri alleati. Mercè il loro aiuto - recita la deliberazione - Imperium populi romani stetit (Livio, XXVII, 10).