Codice: 575302574383487
Editore: Antichità Maurizio Nobile
Categoria: Altre Arti - Artigianato
Parigi, Galerie Maurizio Nobile, 8 novembre - 21 dicembre 2012. A cura di Laura Marchesini e Maurizio Nobile. Introduzione di A. Parisella French text. Bologna, 2011; br., pp. 96, tavv. col., cm 16,5x24.
AGGIUNGI AL CARRELLO6 prodotti disponibili
Sarà l'attesa dell'imminente fine del mondo profetizzata dai Maya il tema della mostra che l'antiquario bolognese Maurizio Nobile presenterà a Parigi a novembre e di cui un'importante anticipazione è prevista alla Biennale dell'Antiquariato di Roma ed. 2012. Con la felice intuizione d'ispirarsi a fenomeni di attualità e costume per trattare l'arte del passato e del presente, Maurizio Nobile ha già presentato l'anno scorso Fior di barba, una mostra dedicata alla storia del virile ornamento attraverso l'arte, partendo dall'osservazione di un significativo ritorno alla moda nei giorni nostri della barba. Anche quest'anno l'ispirazione del presente, che sente imminente la fine del mondo, è il pretesto per declinare e raccontare - attraverso una selezione accurata di opere - l'idea della fine del mondo e più in generale il concetto di Fine nella vita dell'uomo. Quando si parla di "Mondo" non si intende infatti il pianeta Terra, bensì la rappresentazione che ognuno di noi si è fatto del luogo in cui si trova a vivere. Si tratta quindi non di una realtà concreta, ma di una rappresentazione astratta dinamica di un mondo che cambia assieme a noi. La sua fine dunque è da intendere non come una distruzione totale, ma piuttosto come una sorta di compimento di ciò che pensiamo e sappiamo del nostro mondo. Il legame tra il mondo inteso come rappresentazione di un idea ed arte come rappresentazione del mondo è quindi molto forte. L'opera d'arte rende infatti concreta e visibile un'ipotesi di interpretazione del mondo, rispondendo a criteri estetici e concettuali. L'opera d'arte può dunque comunicare anche l'idea della fine di un mondo, di un pensiero di un concetto. Il pensiero della morte e della propria civiltà ossessiona l'uomo e fa parte della sua natura. Tuttavia l'umanità ha sempre visto nell'opera d'arte l'antidoto più raffinato ed evoluto contro questa atavica paura. Non solo l'opera sopravvive alla morte dell'individuo che l'ha commissionata, di colui che ne è l'autore e del suo successivo collezionista, ma è caricata di una sacralità universalmente riconosciuta che la protegge dalla corruzione del tempo e dall'incuria. Tuttavia la mostra si propone di non guardare alla sola fine di tutte le cose, ma di celebrare piuttosto la fine come principio di un cambiamento, di una rinascita e perché no dell'arrivo "dell'età dell'oro" auspicata dalle profezie. Solo quando un mondo è privo di "rinascite", che servono a disegnare di nuovo l'orizzonte della storia, quando il mondo non riesce più a manifestarsi sotto la forma di un ennesimo inizio, solo allora crolla ed assume la catastrofe a titolo della sua fine (Anselmi). Con questa mostra fuori dagli schemi che attraverso l'arte vuole porsi domande sul passato e sul futuro, Maurizio Nobile festeggia i suoi venticinque anni di carriera di antiquario, segnata da fini e rinascite, come quella a cui il mondo dell'antiquariato auspica di andare incontro dal 2013.