Codice: 39916139127175
Editore: Iiriti Editore
Categoria: Altre Arti - Artigianato
Ean13: 9788887935325
Reggio Calabria, 2003; br., pp. 232, ill. e tavv. b/n, cm 20,5x20,5.
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In questo libro, scritto da un calabrese immigrato, viene esaminata la vicenda di quei futuristi che hanno portato fuori dei luoghi della loro nascita la tensione della luce e dei suoni, dei colori e del sapore della propizia terra, perché anelanti a quelle strutture culturali che non avevano trovato nella regione d'origine. Ma che, una volta emigrati, hanno avuto bisogno, per eliminare la loro virtù eroica, di non dimenticare i luoghi aviti, cioè le radici della terra e l'impressione della luce che avevano assorbito dalla nascita, di non perdere insomma il legamento con la realtà e con la tradizione, in una parola, il ricordo della ""Gran Madre"", come la chiamava Boccioni. Attraverso l'approfondimento dei motivi che hanno spinto Boccioni, Marasco e Benedetto a ritrovare nel ricordo della ""Gran Madre"" la modernità anelata e perseguita dai futuristi storici, possiamo comprendere la parabola alvariana e compenetrare - come ha fatto il calabrese moderno - il divario esistente tra la fantasia e l'agire, tra il mondo interiore e la realtà, la società, la storia.