Testo di Giorgio Mascherpa. «Nel giardino rustico di Francesco Tabusso nascono fiori di stupore. Il contadino dalla barba ispida, il cagnolo imparentato coi bastardi di mille generazioni, la cornacchia che stride a becco socchiuso, il pane appena sfornato. Ogni cosa, insomma, che mette radici in questo giardino, si ferma negli spazi dei fogli da disegno di quest'artista in un istante che si fa eterno, in una dimensione spirituale e fisica che non è limitata né alla gioia né alla tristezza ma le comprende entrambe, in un'assenza di divenire che sembra vincere i confini del tempo perché è vita».