Codice: 676224062575441
Editore: Aesthetica
Categoria: Filosofia
Ean13: 9788877262516
A cura di Russo L. Palermo, 2024; br., pp. 272, cm 15x21.
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Le riflessioni teoriche sulla pittura e sull'architettura sono state numerose quasi in ogni epoca, e sono largamente familiari a chi si occupa di arti figurative. Invece l'estetica della scultura solo a tratti, con lunghi intervalli di silenzio, ha prodotto risultati significativi, e persino questi ultimi sono spesso poco noti. La causa va certamente trovata nello statuto singolare di questa forma d'arte. L'antichità ce l'ha tramandata come modello di ogni bellezza e maestra di ogni espressione figurativa, ma non ha potuto trasmetterci che sparsi frammenti di riflessione teorica. Il Rinascimento italiano, attraverso la teoria delle arti sorelle per via della comune base nel disegno, ha finito per privilegiare la pittura sulla scultura, togliendo alla teoria di quest'ultima la propria autonomia. Poi è venuto il Romanticismo, con la sua idea della scultura come arte del passato, ed è venuto il Novecento con l'infrazione dei limiti fra le arti e la perdita di ogni "specifico" della scultura. Il presente volume, composto di una parte storica e di una parte antologica, racconta per la prima volta questa vicenda; ma racconta soprattutto degli episodi e dei testi in cui la scultura è diventata occasione di una riflessione teorica rilevante, esibendone i documenti salienti. Singoli specialisti indagano le diverse epoche. Così Giuseppe Pucci ricostruisce, attraverso le sparse testimonianze che ce ne sono giunte, la teoria della scultura nel mondo greco e romano, da Dedalo a Policleto a Plinio alla tarda antichità. Elisabetta Di Stefano prosegue il discorso con i formulari tecnici medioevali e dedica ampio spazio ai grandi trattati dal Quattro al Seicento, alle fondamentali opere di Alberti, Gaurico, Cellini, Boselli. Paolo D'Angelo, infine, mostra come la filosofia dal Settecento ai nostri giorni abbia visto nella scultura lo stimolo per riproporre importanti questioni estetiche, a partire da quella, che attraversa tutta la modernità da Herder a Hildebrand a Herbert Read a Brandi, del rapporto che si costituisce, nella scultura e non solo in essa, tra esperienza visiva ed esperienza tattile. Il volume, curato da Luigi Russo, è ulteriormente arricchito da esaustivi apparati critici e biobibliografici.