Lecco, Musei Civici, 1987. Testo di Giovanni Testori. «Vivere e, dunque, approssimarsi fin dal primo `huè-huè` all'armadietto della bara, non è forse l'unica, umiliata e umiliante e, insieme, sicura e intangibile gloria a noi concessa? Bisognerebbe passare la domanda ai personaggi che compongono questa famiglia, ai personaggi fulminati lì, dal pennello-fioretto-spada-coltello-spiedo del Vitali; e fulminati, ora nell'allegra demenza del vivere come se nulla fosse; ora nella splendente bellezza; ora nell'essudante fatica; ora nell'inclemente disperazione; sempre di lui, il vivere che gli è toccato, gli tocca e gli toccherà».