Code: 481513911450712
Publisher: Longanesi
Category: Various
A cura di Leo Longanesi. Volumi mancanti N. 3, 4, 5. Milano, 1951; 21 voll., br., pp. 672, ill. b/n, cm 21x30,5.
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Il primo numero uscì il 15 marzo 1950. Nel suo primo anno la rivista era divisa in due parti. La prima conteneva gli articoli sui temi più importanti; nella seconda comparivano scritti minori, rubriche, rassegne di arte e cultura, recensioni bibliografiche e discografiche. Le inconfondibili copertine della rivista, disegnate personalmente da Leo Longanesi fino al 1953, facevano come da presentazione a numeri spesso illustrati da un solo disegnatore. Il 1º giugno 1953 fu inaugurato l'inserto fotografico (poi chiamato Omnibus), che divenne in breve tempo uno dei tratti distintivi della testata. Dal 15 aprile 1954 anche la rivista principale cominciò a pubblicare fotografie; la copertina abbandonò la carta paglierino per passare alla carta lucida. Si abbandonò il bianco e nero per passare al colore. Fu deciso anche un cambio di periodicità: da quindicinale a settimanale. Le vendite salirono a 40-50 000 copie[13]. In quell'anno apparve una copertina che divenne famosa: una donna in carne sotto la doccia si strofinava la schiena con una saponetta tricolore (30 luglio)[14]. Mario Tedeschi ricorda con quanta cura Leo Longanesi realizzava le immagini che apparivano sul giornale: ""Il procedimento era particolarissimo. Leo realizzava il disegno e lo passava poi ad un artigiano, Pagano, che eseguiva l'incisione sul legno di bosso. Questa incisione veniva poi fotografata e ingrandita, per essere colorata. Quindi passava al tipografo."" Negli anni 1954-1955 furono proposti al pubblico disegni di Saul Steinberg, Edvard Munch, Toulouse-Lautrec, Marc Chagall, Charles Baudelaire, Piero Fornasetti e Giovanbattista Dalla Porta. Alcuni numeri invece furono illustrati in modo tematico, come per esempio immagini popolari di cataloghi, libri e riviste dell'Ottocento. Come risulta dallo stesso titolo, il periodico doveva ispirarsi agli ideali della borghesia, ritenuti da Longanesi: l'onestà, la parsimonia, la laboriosità, la moderazione, nonché la triade Dio, Patria e Famiglia. La posizione culturale del Il Borghese"" era improntata a una critica serrata della modernità e al rifiuto dei nuovi valori consumistici[15]. Una delle rubriche più lette della rivista era Ricordi di ottant'anni fa di Liliana Scalero. Il Borghese ebbe un immediato successo anche perché si pose subito in posizione critica verso i centri del nuovo potere politico[16]. Le fotografie dell'inserto centrale, fustiganti la classe politica dell'epoca, furono così famose che, in quel periodo, una fotografia corrosivamente satirica veniva chiamata per antonomasia ""da Borghese"". La rivista, fortemente critica verso il conformismo imperante, si attirò nemici sia a destra che a sinistra. Giovanni Monti, socio di Longanesi, gli propose di staccarla dalla casa editrice (erano entrambi soci al 50%) e di sottoscrivere un aumento di capitale. Non accettando la proposta, Longanesi si ritrovò fuori dal nuovo consiglio di amministrazione e dovette lasciare la società. Abbandonando la casa editrice che portava il proprio nome Longanesi si portò via Il Borghese pagandolo 5 milioni di lire[17]. Dopo l'uscita dalla casa editrice, Longanesi ricominciò come editore-direttore del Borghese. All'epoca aveva una tiratura di 40 000 copie. Trovò nuove fonti finanziarie a Roma[18] e prese il Borghese tutto sulle proprie spalle. La nuova denominazione sociale fu: ""S.r.l. XX Settembre editrice de Il Borghese"", con sede in via Bigli 15, a Milano[19]. Rimase direttore fino agli ultimi giorni: infatti fu colto dalla morte, il 27 settembre 1957, proprio mentre lavorava alla rivista.