Questo volume" LA PRATICA DISPERATA"contiene la prefazione di Giorgio Luti intitolata "Il bilancio atroce dei giorni" che già di per sè può essere considerata una garanzia di indubbio valore del contenuto di questa raccolta. Essa è suddivisa in tre parti che mostrano una estrema coerenza fra di loro, individuabile non soltanto nei temi trattati, ma anche dal ricorrente uso di alcune parole chiave come: "altra", "dentro", "perduta". "C'è in primo luogo- dice Luti- la condizione assoluta di una pratica di vita alla quale non si sfugge, una pratica ineludibile con la quale ci si misura giorno per giorno e che solo trova riscatto nel ritmo del verso... al minimo margine che separa la vita e la morte". " Il dettato poetico- dice ancora Luti - amplia il proprio spazio d'azione fino ad imporsi come vero e proprio ciclo espressivo che richiama alla mente l'antico modello leopardiano......laddove i CANTI tendevano a configurarsi come ultimo e definitivo travaglio esistenziale del poeta di Recanati." Quindi una raccolta profondamente intimista dove si ripercorre senza compiacimenti la vita, l'amore,e la morte incombente su di essa.