Una sera, dopo cena, Monsieur salì sul tetto - si allontanò tranquillamente da tutto, con la sua sedia in mano. Si stava facendo buio ora, Monsieur non si sbagliava. Era scesa la notte su Parigi. Anche la pioggia a quanto pareva, poco prima, perché i tetti erano grigi, lucidi e leggermente scivolosi. In lontananza si vedevano delle finestre illuminate, le strade più giù sembravano deserte. Appoggiando la sedia ai bordi del cornicione tirò fuori dalla tasca l'accendino e, alzando la testa mentre accendeva una sigaretta, osservò a caso il cielo, reso terso e limpido dall'acquazzone nei paraggi di Orione. In piedi accanto alla sedia, Monsieur restò a lungo così a guardare il cielo e, man mano che vi penetrava, percepiva solo un reticolo di punti e di linee delle costellazioni, il cielo divenne nella sua mente una gigantesca mappa della metropolitana che illuminava la notte. Allora si sedette e partendo da Sirio che trovava senza difficoltà spostava lo sguardo verso Montparnasse-Bienvenüe, scese fino a Sèvres-Babylone e soffermandosi un istante su Betelgeuse giunse a Odéon, dove voleva arrivare. Lì, nella sua mente, regnava sempre la stessa luce notturna.