Code: 342222022147889
Publisher: Maretti Editore
Category: Essays, Works, Reviews
Ean13: 9788889965955
Cento, Galleria d'Arte Moderna Arnoldo Bonzagni, 11 luglio - 30 agosto 2010. CIVICA GALLERIA D'ARTE MODERNA ARNOLDO BONZAGNI, PINACOTECA CIVICA, 11 luglio - 30 agosto 2010. A cura di V. Sgarbi. Falciano, 2011; br., pp. 120, ill. b/n e col., tavv., cm 24,5x29,5.
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Gli artisti contemporanei hanno lavorato molto, in questi anni, su uno dei temi portanti della storia dell'arte italiana: quello del ritratto e della figura umana. Nella mostra "Ritratti italiani", divisa tra le sale della Galleria d'Arte moderna e nel suggestivo spazio della ex Chiesa di San Lorenzo, oggi adibita ad Auditorium, sono riuniti i lavori di una trentina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in Italia, che, con intenti e modalità diverse, hanno lavorato su questo tema. La mostra si situa all'interno della manifestazione centese "L'Estate del Guercino", che vede la contemporanea presenza, in città, dell'importante mostra "Guercino - Bacon: I disegni" (alla Pinacoteca Il Guercino), dove i "disegni italiani" del grande pittore inglese vengono per la prima volta messi a confronto con i disegni del grande maestro rinascimentale, a cui Cento ha dato i natali, e a cui lo stesso Bacon aveva guardato con grande interesse. Il confronto tra le due mostre offre così al visitatore l'occasione per riflettere sulle diverse declinazioni che un tema come quello della ricerca dell'identità - simboleggiata proprio attraverso il tema del ritratto - ha assunto nel corso dei secoli. Ancora oggi, infatti, è l'uomo, e il volto dell'uomo, a tornare ad essere al centro del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle ricerche artistiche già da decenni in tutto il mondo, anche nelle forme più estreme e disturbanti (dalla body art agli esperimenti di chirurgia artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti, e così via), appare ancora, a tutt'oggi, un "oggetto misterioso", non identificato, involucro dell'identità sempre più incerta e frammentaria dell'umanità di oggi. Attraverso i diversi linguaggi della pittura, della scultura, del disegno e della fotografia, gli artisti contemporanei si sono accostati in questi anni al tema del volto dell'uomo contemporaneo con intenti e modalità assai diverse, dove riletture in qualche modo "classiche" si alternano e si mescolano ad approcci deformanti e disturbanti, dove le influenze dell'estetica pubblicitaria, o dell'invasività del "corpo mutante" - declinato però secondo le regole di una "normale" cultura di chirurgia estetica diffusa a livello quotidiano e "medio-borghese" in tutto il mondo occidentale - si contaminano con retaggi pittorici "alti", repêchage, citazionismi, strizzate d'occhio alla grande storia dell'arte o a canoni estetici prelevati di peso dai codici dell'illustrazione popolare di massa. Ecco allora che, agli straordinari ritratti fotografici in bianco e nero di Leonardo Sciascia e di Borges, realizzati da Ferdinando Scianna, fa da contraltare il virtuoso segno di Tullio Pericoli, con i ritratti di Kafka e di Jack London, o quello, non meno raffinato, di Riccardo Mannelli, con i ritratti di Pasolini, di James Ellroy e di Roberto Saviano; ecco gli immensi (e inediti) ritratti di Oliviero Toscani, di uomini e donne anziani colpiti da ostioporosi, accanto al segno labirintico e intensissimo del pittore pratese Andrea Martinelli, o agli spiazzanti ritratti di vecchie, spesso rifatte a colpi di lifting, dello scultore Paolo Schmidlin; ecco i ritratti di Audrey Hepburn e di Monica Bellucci scattati da Gian Paolo Barbieri, a confronto con le sculture in terracotta di Giuseppe Bergomi, che rappresentano diafane modelle in posa, a metà strada tra estetica glamour e classicità, o agli inquietanti nudi femminili di Alessandro Papetti; ecco i ritratti di designer e architetti di grido, realizzati di recente da Lorenzo Mattotti per la rivista "Domus", accanto alle intense fotografie di artisti scattate da Fabrizio Ferri, e ai ritratti di Mimmo Rotella e di Sting interamente coperti di vernice bianca, realizzati da Robert Gligorov. Ed ecco, ancora, i ritratti maschili di Livio Scarpella, che guardano alla migliore cultura camp, accanto alle grandi ed elegantissime figure diafane di Omar Galliani; e ancora, ecco un drammatico ritratto-disastro ecologico del pittore palermitano Fulvio Di Piazza, nel quale la "marea nera" petrolifera sembra prendere vita in una spaventosa figura umana; e ancora un bizzarro ritratto di Garibaldi, rivisitato però in salsa psichedelica dal pittore Andrea Zucchi, accanto ai ritratti intimi, dal sapore neoscapigliato, di Danilo Buccella e ai collage neobarocchi di Felipe Cardeña; e poi, ecco i volti maschili ripresi con pennellata veloce, di derivazione quasi baconiana, dal pittore milanese Giulio Durini, accanto a quelli femminili, dallo stile pittorico inconfondibile, del torinese Daniele Galliano; e ancora i rtitratti fotografici di Nicola Vinci e di Antonio De Luca, le pitture digitali di Matteo Basilé e di Federico Lombardo, le sculture ligneee di Aron Demetz, i "ritratti degli anni di Piombo" di Claudio Monnini, i ritratti politici di Wainer Vaccari e quelli storici di Svitlana Grebenyuk, il James Dean di Nicola Verlato, e ancora i dipinti di Alessandro Bazan, di Paul Beel e Matteo Bergamasco. Tra le opere degne di nota, ancora un "ritratto che scompare", in cera, di Michelangelo Galliani (per l'effetto del calore del cuscino elettrico su cui è appoggiato), e la performance interattiva di Florencia Martinez, che durante l'inaugurazione inviterà le visitatrici a farsi ritrarre, per un progetto dedicato al ritratto femminile. Infine, lo street artist Bros realizzerà un dipinto gigantesco su un muro cittadino, messo a disposizione da un privato.