Code: 812762057615524
Publisher: Silvana
Category: Other Arts - Craftmanship
Ean13: 9788836618736
Roma, Musei Capitolini, 8 dicembre 2010 - 16 febbraio 2011. Cinisello Balsamo, 2010; br., pp. 31, b/w and col. ill., cm 17x24.
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Ricomposto nella forma attuale solo nel 1926, il bozzetto in terracotta "I due lottatori" di Michelangelo, per la prima volta in prestito dalla Casa Buonarroti di Firenze, arriva eccezionalmente ai Musei Capitolini di Roma. Un evento speciale sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Roma, organizzato da Zètema Progetto Cultura e dall'Associazione Culturale Metamorfosi in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. "I due lottatori" saranno esposti al pubblico nella Sala degli Arazzi del Palazzo dei Conservatori in Campidoglio dal 29 ottobre al 5 dicembre. Dopo il rientro a Firenze della preziosa terracotta, il pubblico potrà ammirare l'emozionante capolavoro di un altro genio del Rinascimento italiano: "Il Musico" di Leonardo, mai uscito in cinquecento anni dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano ed esposto ai Musei Capitolini dall'8 dicembre 2010 al 16 febbraio 2011. Due eventi davvero di grande rilievo per la città di Roma, che anticipano lo straordinario appuntamento dell'autunno 2011, quando, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, i Musei Capitolini ospiteranno cento capolavori di Leonardo e di Michelangelo con la mostra Due italiani prima dell'Italia, Leonardo e Michelangelo. L'esposizione vedrà, per la prima volta, una collaborazione organica tra due prestigiose istituzioni culturali come la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. Primo appuntamento dunque con I due lottatori di Michelangelo, un'opera di particolare rilevanza nella collezione di bozzetti della Casa Buonarroti di Firenze che così viene raccontata dalla sua Direttrice Pina Ragionieri: "La prima menzione puntuale dell'opera si trova nell'inventario della Casa Buonarroti del 1859, stilato all'indomani del passaggio al godimento pubblico della Casa e della sua conseguente costituzione in Ente. In questo documento, e nella guida della Casa pubblicata nel 1865 dal suo primo conservatore Angiolo Fabbrichesi, si segnala, oltre al nostro bozzetto, identificato come "Ercole e Caco", l'esistenza di quattro frammenti, tra cui due teste e un braccio, di cui non si precisa la pertinenza. La disposizione dei frammenti lascia però supporre che già si fosse fatta strada una corretta intuizione a proposito del loro rapporto col gruppo dei due lottatori; ma bisognò giungere al 1926 perché, con l'azione combinata di due grandi michelangiolisti, Giovanni Poggi e Johannes Wilde, si riunissero al bozzetto le due teste e il braccio sinistro della figura stante. L'opera è stata spesso messa in rapporto con la commissione medicea per una grande scultura raffigurante Ercole e Caco, che doveva affiancare il David davanti a Palazzo Vecchio. Converrà fare un rapido accenno a questa tormentata vicenda della biografia michelangiolesca: se ne trovano tracce documentarie a partire dal 1506, ma nel 1525, quando si riprese a parlare concretamente del progetto, fu interpellato Baccio Bandinelli. Dopo la cacciata dei Medici, la Repubblica fiorentina diede di nuovo incarico a Michelangelo, nell'agosto del 1528, di scolpire le due figure. Con la fine della Repubblica e il ritorno dei Medici, la commissione fu però assegnata, definitivamente, al Bandinelli, che terminò nel 1534 il suo gruppo colossale, raffigurante appunto Ercole e Caco, tuttora nella collocazione originaria in Piazza della Signoria a Firenze. Già nel 1928 Wilde aveva sostenuto l'impossibilità di collegare il bozzetto della Casa Buonarroti con la suddetta commissione: infatti le proporzioni della terracotta gli apparivano incompatibili con quelle del blocco di marmo che doveva essere usato per l'opera. Lo studioso proponeva invece un rapporto del bozzetto con la tomba di Giulio II, considerandolo uno studio per un gruppo allegorico che avrebbe dovuto fare da pendant al Genio della Vittoria, scolpito probabilmente tra il 1527 e il 1530 e attualmente esposto nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Non sono mancate altre proposte di identificazione del soggetto di questo gruppo, tra le quali Sansone e i filistei e Ercole e Anteo. Tuttavia, l'assenza di attributi specifici impedisce di andare oltre una definizione iconografica generica, quale è quella di due figure virili che lottano tra loro