Code: 145731630176114
Publisher: Damiani
Category: Exhibition Catalogs - Monographies
Ean13: 9788862080064
Italian and English Text. Bologna, 2008; bound, pp. 268, b/w and col. ill., col. plates, cm 25x33.
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Enrico Corte (1963) vive e lavora a New York e Roma. Adotta fin dal suo esordio un ruolo antinomico rispetto alle modalità abituali del fare arte, scegliendo di mostrare "ciò che non si vuol vedere", il lato oscuro della creatività che spesso confina col suo opposto, ossia con l'autodistruzione. Corte si colloca lontano sia dal gusto tipicamente italiano per la "leggerezza" sia dalla ricerca dello scandalo a tutti i costi, trovando invece inedite forme di bellezza plastica, fatali fascinazioni di fronte all'Ignoto. Capovolgendo le regole stabilite del mercato dell'arte, che vorrebbero l'artista specializzato in un singolo "segno" riconoscibile nel tempo, Corte è intervenuto direttamente nel sociale tramite una moltiplicazione di stili, tecniche e soluzioni estetiche sufficienti per attrarre l'attenzione del suo pubblico e condurlo nei territori del turbamento e vertigine. I temi del pieno e del vuoto, e dell'equilibrio delle forme - tipici dell'arte scultorea classica - subiscono nuove metamorfosi e divengono metafore tragicomiche di un malessere sociale. In questa monografia su Corte, un saggio critico di Gianluca Marziani analizza una selezione di opere secondo un'ottica "spettrospettiva" che annulla i concetti tradizionali di Evoluzione e Maturità. Attraverso questa interpretazione, il lavoro di Corte si colloca in una dimensione neurale, imitando lo sviluppo labirintico che regola il macrocosmo dei più oscuri ed inquietanti processi cerebrali.