Code: 783122836829392
Publisher: Skira
Category: Essays, Works, Reviews
Ean13: 9788857223971
Milano, Palazzo della Permanente, 9 aprile - 15 giugno 2014. Milano, 2014; br., pp. 120, ill. b/n, tavv. col., cm 24x28. (Cataloghi).
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In occasione dell'antologica di Piero Manzoni a Palazzo Reale, la rassegna propone una ricognizione della generazione di artisti milanesi di nascita o di adozione, nati fra il 1930 e il 1939, e quindi appartenenti alla generazione di Manzoni. Si tratta di una generazione nata tutta durante il fascismo; che conosce da vicino la guerra e la guerra civile, anche se non vi partecipa direttamente; che sente come patria l'Europa e l'America, non l'Italia sconfitta, ma trova i maestri più condivisi in Lucio Fontana e, in misura minore, in Munari; che vive sia le durezze del dopoguerra, sia gli anni del boom economico. E' una generazione per cui gli studi all'accademia (a Brera, dove insegnavano Funi, Carrà, Carpi, Marino Marini) rappresentavano ancora un'esperienza decisiva di formazione; che operava in un sistema dell'arte ancora incentrato sull'artista più che sul critico; che aveva possibilità di esporre o di vendere ancora relativamente limitate (la qual cosa favoriva complicità e aggregazioni ben più di ora); che - al di là di nostalgie e leggende - viveva ancora momenti di incontro, confronto, scontro, discussione quotidiani, imparagonabili a quanto accade oggi. Sessanta artisti e sessanta opere documentano l'effervescente clima milanese degli anni Sessanta-Settanta, la stagione artistica successiva al realismo, all'informale, al realismo esistenziale. La mostra prosegue poi addentrandosi nel clima postinformale dei primi anni Sessanta, attraverso esponenti di ""Azimuth"", dell'arte cinetica e programmata, del gruppo del Cenobio. Documenta quindi le ricerche degli esponenti della figurazione vicina alla Pop Art e della pittura analitica, soffermandosi infine sulle ricerche concettuali e sulla poesia visiva. Grande attenzione è dedicata alla scultura, rappresentata dai principali artisti nati fra il 1930 e il 1939 e attivi a Milano. La mostra però non vuole essere una ricognizione per ""gruppi"" ma per individualità e vasto spazio è dedicato anche a figure che si muovono individualmente nel panorama del periodo.