'La Vita è un racconto bello infinito, infinibile iridescente che noi narriamo a Dio, Maestro a noi, e Giudice del Suo Genio. Ecco perché l'Arte è un racconto estetico'. L'autodefinizione del proprio 'raccontare' inquadra l'opera di Umberto Mannini: una serie di riflessioni talvolta illuminanti, talvolta criptiche, spesso ripetute, che negli anni del suo definitivo isolamento accompagnano il tentativo residuale di un'esistenza: quello di non disperdere il piacere della bellezza. Il libro, che propone la trascrizione di un'ampia scelta del suo Liber Perennis ed un corredo iconografico idoneo a restituire l'immagine di questa singolarissima personalità, si avvale della cura di Rosanna Morozzi e presenta uno scritto inedito del più autorevole tra i suoi estimatori, Alessandro Parronchi. L'illustre critico così definisce il suo lavoro: 'Non credo di sbagliare nell'indicare in Mannini un caso unico in Italia nel nostro secolo. Non mi pare infatti che esista un altro esempio simile di pittore che si sia rinchiuso in un suo sogno, vivendo di quello, perseguendone in infiniti risvolti le variazioni e le lusinghe, isolandosi in esso e dimenticando tutto il resto'. Liber Perennis