Code: 583391192453746
Publisher: Alinea Editrice
Category: Architecture
Ean13: 9788881259830
Firenze, 2006; paperback, pp. 168, b/w and col. ill., cm 22x28. (Saggi e Documenti di Storia dell'Architettura. 51).
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Sommario: Premessa - I disegni dei maestri: Un atelier a cielo aperto - Architettura del "decoro" - Una scuola pittorica - Un ideale rassicurante - Impressioni di viaggio - Alta moda e artisti: Imprenditori dell'arte - affinità elettive: la Compagnie des Arts Français - "Democratizzare" l'arte? - Eupalinos ou l'architecte - Città effimere: Un laboratorio del gusto - L'Esposizione delle arti decorative e industriali moderne - Parigi e lo "stile" - Il successo di un sogno - Città galleggianti: Ile-de-France, una "esposizione galleggiante delle arti decorative" - Il grande Normandie - L'architetto e l'ebanista: Indiustria e geometrai - Il purosangue di legno - La crisi del '29 - Le risorse dell'ebanista - Decori effimeri: Luce d'autunno - Automobili e aereoplani - Acqua e luce - L'architetto della Torre - Opere effimere della natura - La città del decoro: Tradizione e continuità - Paul Tournon e la poetica del béton sculpté - Il teatro dei prodotti - Tecnica ed etica del confort - La cittadella del sapere - La città degli architetti Questo libro ha origine dalla meraviglia. Una meraviglia che coglie chiunque abbia modo di vedere i disegni e le tavole di progetto con cui gli architetti della prima metà del Novecento intendevano prefigurare l'immagine della città europea. In particolare - durante gli studi per il saggio Paul Tournon Architecte, pubblicato nel 2004 da Pierre Mardaga Editeur - abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza di quella che si può chiamare una vera e propria "scuola pittorica" di cui sono protagonisti gli architetti francesi che hanno costruito Parigi fra le due guerre. Si tratta di uno spettacolare patrimonio d'arte e di intelligenza, conservato in archivi pubblici e privati, capace di evocare l'immagine di una città meravigliosa e tormentata, ideale e reale al tempo stesso. Un patrimonio che può essere oggetto di indagine e di divulgazione su più livelli critici e comunicativi. In primo luogo, è opportunità di riflessione per lo studioso. Perciò, abbiamo inscritto il nostro lavoro all'interno di un percorso di ricerca di più ampio respiro, a cui ci siamo dedicati nell'ultimo decennio e che vede coinvolti numerosi studiosi italiani ed europei. I relativi riferimenti bibliografici sono riportati in conclusione di questo libro e non possono essere qui richiamati neppure per sommi capi. Tuttavia, essi rinviano a un quadro interpretativo che riconosce, nella continuità con la cultura architettonica precedente, nella persistenza di motivi tradizionali e nel rifiuto delle dimensioni più dirompenti della modernità, il fulcro di un'idea di città che si è affermata fra le due guerre e che, ancor oggi, segna positivamente la qualità delle capitali europee. In secondo luogo, è formidabile strumento didattico per chi voglia avvicinarsi alla cultura architettonica novecentesca. Così, costruendo un panorama di riferimenti storici e formali che potessero rendere ragione del clima culturale in cui quell'architettura è nata, abbiamo cercato di metterne in evidenza la dimensione ideativa e orientativa della prassi architettonica. In questo modo, quel patrimonio di disegni e progetti diventa paradigma didattico, agevolmente integrabile nei corsi universitari che guardano alla produzione di oggetti e di architetture nel periodo di affermazione della società di massa. In terzo luogo, suscita l'ammirazione di chi si interessa d'arte per il piacere emotivo e intellettuale che essa procura. Per questo, abbiamo cercato di far risaltare al massimo la qualità artistica del materiale iconografico senza soffocarne l'immediatezza e cercando di trasmettere il senso di quella meraviglia che ci ha mosso all'impresa. Così, la scelta delle tavole da riprodurre si è orientata non solo ad affiancare il racconto storiografico (reso, comunque, con linguaggio non specialistico) ma soprattutto a evocare un ambiente e un'atmosfera artistica. Ne scaturisce una sorta di viaggio immaginario in una Parigi ideale, non necessariamente costruita quanto prefigurata. Infatti, non sono le architetture e gli oggetti realmente costruiti a essere centrali nel nostro racconto. Lo sono, invece, i disegni con cui gli architetti elaboravano l'idea e la comunicavano alla committenza. È una Parigi di carta e di colori, quindi, quella che si presenta allo sguardo e mantiene, così, la freschezza dell'invenzione e la forza del progetto.