Questo libro racconta le vicende della Fabbrica del San Michele, grande struttura architettonica collocata nello storico quartiere Trastevere di Roma, più precisamente prospiciente il porto fluviale di Ripa Grande. Nata alla fine del XVII secolo fu completata nell'arco di circa 150 anni raggiungendo dimensioni notevolissime tanto da risultare uno degli edifici più vasti d'Italia. La progettazione dell'edificio è ascrivibile ad illustri architetti (Carlo Fontana in particolare), tuttavia è lo straordinario utilizzo a renderlo praticamente unico al mondo, essendo stato adibito ad orfanotrofio per ospitare bambini orfani o abbandonati, ospizio per vecchi poveri, conservatorio per zitelle, carcere minorile e carcere femminile. Si tratta di una storia umana straordinaria, certamente di sofferenza ma anche di speranza per i tanti diseredati che all'interno della fabbrica hanno trascorso lunga parte dell'esistenza. L'istituto San Michele mantenne la propria funzione assistenziale e formativa fino all'avvento dell'Unità d'Italia quando fu interessato da un rapido declino economico, caratterizzato dall'interruzione delle attività, non più sostenute dalle prebende papali. Dopo lunghi e complessi restauri la fabbrica del San Michele è oggi sede del Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo, con tre Direzioni Generali (Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee; Direzione Generale valorizzazione del patrimonio culturale; Direzione Generale per le antichità) e organismi preposti alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale ed internazionale.