Code: 13745132118444
Publisher: Gangemi Editore
Category: Architecture
Ean13: 9788849203745
A cura di Bureca A. Roma, 2003; br., pp. 320, ill., cm 21x29,5. (Lazio ritrovato. Ricerche e restauri).
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Vengono illustrate le opere di restauro realizzate in occasione del Giubileo sulla chiesa del Santuario della Madonna di Cibona, significativa opera barocca, realizzata tra il 1636 ed il 1704, forse su disegno di Domenico Castelli. Tra gli interventi realizzati risulta di particolare interesse il complesso restauro della facciata lapidea, scolpita da Fra Sigismondo da Fiesole. Il restauro ha consentito di esemplificare l'unitario ventaglio di competenze istituzionali in cui si esplica per tradizione consolidata il ruolo delle Soprintendenze di Stato che spaziano in questo caso dai provvedimenti di tutela ai recenti e non ancora conclusivi interventi di restauro sino alla manutenzione programmata, all'individuazione e rimozione delle cause di degrado, all'azione di indirizzo e di sostegno delle più opportune iniziative pubbliche e private per la conservazione e valorizzazione culturale del monumento ‘ritrovato'. I contributi degli autori, coinvolti nell'opera di ‘salvataggio' del monumento, ribadiscono l'indissolubile rapporto tra ricerca e restauro e confermano la necessità di far precedere e accompagnare in corso d'opera i lavori sia da studi, per approfondire e verificare dal vivo le conoscenze documentarie già note, che da ricerche sui fattori di degrado ambientali ed antropici accompagnate da indagini diagnostiche sui materiali costitutivi. Diversamente dalle numerose ripuliture di facciate compiute a Roma in occasione del Giubileo, dove si è intervenuti sulla ‘pelle' degli edifici, a Cibona, proprio per la possibilità di restituire all'intero complesso monumentale la perduta organicità e funzionalità e di restituire alla facciata della chiesa, prossima alla ruderizzazione, l'originario ordine architettonico con la reintegrazione degli aggetti e delle numerose ‘lacune' dell'ornato, emerge la centralità dell'architetto chiamato a graduare l'intervento nel rispetto delle istanze teoriche, a recepire attraverso il processo critico del progetto di restauro le necessità di conservazione insieme alle numerose ed eterogenee contaminazioni che segnano l'architettura. Agostino Bureca dopo la laurea in Architettura, conseguita a Roma presso la Facoltà di Valle Giulia, frequenta alla Facoltà di Ingegneria di Roma il corso di specializzazione in Pianificazione urbanistica applicata alle aree metropolitane. Dal 1980 presta servizio nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Dopo un'esperienza biennale presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Province di Cagliari e Oristano, partecipa attivamente all'interno della speciale Soprintendenza alle prime fasi emergenziali del sisma che colpisce la Campania e la Basilicata. Dal 1983 al 1991 si dedica al Bollettino d'Arte, periodico ufficiale del Ministero, dove ricopre il ruolo di redattore per il settore Architettura. In quegli anni cura l'organizzazione del convegno Intonaci colori e coloriture nell'edilizia storica e partecipa alla programmazione promozione e coordinamento di particolari iniziative editoriali su temi attinenti la disciplina del restauro. Si segnalano i supplementi: Il colore nell'edilizia storica: ricerche e riflessioni sugli intonaci e le coloriture e Materiali lapidei: degrado e conservazione. Nel 1992 ritorna all'attività sul campo con il trasferimento alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico del Lazio dove dopo aver ricoperto per un anno l'incarico di coordinatore dell'Ufficio Studi, Catalogo e Vincoli svolge in prevalenza funzioni di tutela su beni architettonici e paesaggistici della provincia romana vincolati ai sensi del D.LGS 490/99. Si segnala, nell'ambito del progetto ministeriale Operazione emergenza-censimento del vincolato, il coordinamento della straordinaria campagna di catalogazione degli immobili del Lazio vincolati con legge 364/09. Dalle risultanze della campagna deriverà l'iniziativa di pubblicare in collaborazione con il Centro di documentazione della Regione Lazio aggiornati Repertori (Gangemi Editore) degli edifici vincolati delle provincie di Viterbo, Rieti, Roma, Latina e Frosinone e del comune di Viterbo. Dagli accertamenti espletati durante la campagna scaturirà l'iniziativa di acquisizione allo Stato per scopi culturali della splendida Villa seicentesca dei Giustiniani a Bassano Romano che verrà sottratta all'abbandono e al rischio di un insensato frazionamento e di improprie destinazioni d'uso. All'attività istituzionale di tutela alterna la progettazione e la direzione dei lavori di numerosi restauri. Tra questi si segnala per la complessità dell'intervento il recente restauro e adeguamento funzionale del Castello Colonna di Genazzano, destinato a Centro Internazionale per le Arti Contemporanee, dove sono state ricostruite in analogia con l'antico le undici arcate del monumentale Loggiato Settentrionale, distrutto nell'ultima guerra, ed innestata all'interno del fortilizio la moderna torre dei collegamenti verticali che unita a percorsi in galleria consente l'abbattimento delle barriere architettoniche e assicura la completa agibilità del Centro